La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (CEDU), ha pubblicato il 14 gennaio 2016, la tanto attesa sentenza sui ricorsi contro lo Stato Italiano, presentati da circa 900 soggetti (fra cui alcuni emofilici piemontesi) danneggiati da sangue ed emoderivati infetti.
Leggendo gli interventi pubblicati in diversi siti, da alcuni degli avvocati,che in questi anni, hanno difeso gli interessi dei danneggiati, che nel lontano 2008 aderirono alla “illusoria” transazione ex legge n. 244/2007, possiamo trarre qualche amara conclusione.
Innanzitutto, La CEDU ha definito la somma di 100.000 euro, prevista dall’articolo 27 bis del decreto legge n. 90/2014, convertito in legge 114/ 2014 come “non trascurabile”…..
Inoltre la CEDU ha considerato la durata del processo transattivo (iniziato nel 2008) come “ non eccessivamente lungo”……
In definitiva, la CEDU ha avallato la linea del Governo Italiano, che con la cosidetta “equa riparazione” ha inteso chiudere l’annosa questione delle cause intentate dai danneggiati da sangue infetto.
Forse siamo arrivati alla fine del triste percorso della “seconda transazione”, che in origine doveva essere “analoga e coerente” con la transazione del 2003, ma che ha invece creato un’evidente disparita fra chi era stato giustamente risarcito con importi fra i 380.000 e i 600.000 euro e chi invece si vedrà riconoscere 100.000 euro solo se aderirà alla cosidetta “equa riparazione”.
Invitiamo chi è coinvolto in questa vicenda, a confrontarsi con il proprio legale per avere ulteriori chiarimenti circa la sentenza della CEDU.
Ecco alcuni links in cui si commenta la recente sentenza.
Dal sito dell’ Avvocato Cappellaro
Dal sito di Famiglia Cristiana